domenica 30 aprile 2023

Rendez-Vous à Marseille

 martedì 25 aprile

Alors, euh, ce Paris, là, c'est vraiment beaucoup plus grand que Marseille?
[...]
Un peu partout tout le monde dit 
que la plus belle ville du monde est sans doute Paris.
Ça ne me vexe pas, au contraire je ris.
[...]
Si Paris est la plus belle, Marseille est la plus jolie.
La Canebière et le Vieux Port et Notre Dame de la Garde,
Les Réformés, le Cours Julien, la Plaine et la gare St Charles,
la rue Loubon, Palais Longchamp, Cinq Avenues, boulevard Chave,
Rue de Lyon, la place d’Aix, le cours Lieutaud et Castellane.

 

Nel 2007 i Massilia Sound System cantavano così in 'Rendez-Vous à Marseille' e in effetti Parigi è Parigi, è la più bella. Marsiglia non sembra una città francese ma Marsiglia è Marsiglia.

Marsiglia che ti accoglie come uno specchio,
come l'Ombrière del Vieux Port.
Marsiglia e quel miscuglio di colori, etnie, lingue.
Nordafricani, siriani, afgani, senegalesi, indiani, pakistani.
Marsiglia e le strade in salita (o in discesa),
da boulevard Chave a place Jean Jaurès,
poi giù per rue des trois Mages.
La Plaine con i bar un po' fighetti e l'area giochi al centro.
Facce caucasiche, per non dire europee, con il bicchiere in mano, al tavolino,
un mosaico di provenienze diverse che gioca a pallone vivendo a pieno la piazza.
Una sosta a Le petit Pernod, a La Passarelle, al Go 'djo.
Le Boule Carli a metà della discesa (o della salita).
Marsiglia e la strada che scende ancora,
rue du Marché des Capucins, la fermata della metro Noialles.
L'odore del mercato, l'odore del kebab,
l'odore di piscio e l'odore di hashish.
I venditori di sigarette per strada.
Profumi e gusti dal mondo da Saladin in rue long des Capucins,
il couscous che non siamo riusciti ad assaggiare da Fémina
perché chiuso la domenica e anche il lunedì.
E finalmente la Canebière e pian piano gli alberi delle barche nel porto sempre più vicini.
La contaminazione sociale, economica ed etnica. La mixité marsigliese.
Il concerto improvvisato, una volta rock, una volta afro, una volta raï.
La cucina mediterranea, anzi italiana. 
La pizza da chez Sauveur.
Un pastis, un Pernod, un Ricard.
Il cameriere di place de Lenche, la piazza del Barjac,
che ci insegna «pastis pour temps bleu, pastis merveilleux».
Stradine in salita (o in discesa) per scoprire Le Panier.
Le gallerie d'arte, i vicoli, i mille e mille murales,
le vecchie insegne, il gatto alla finestra.
Ancora murales, ancora vicoli in discesa (o in salita).
Un pastis al Bar des 13 coins, sperando di incontrare Jean-Claude Izzo.
L'azzurro del cielo che non ha bisogno di filtri con lo smartphone,
luci, ombre e colori che cambiano mentre si passeggia.
La cattedrale Major, il Mucem, la passerella.
Forte St-Jean e la vista sul porto e su il Jardin du Pharo.
I turisti "mordiefuggi" scaricati dalle navi da crociera
per una sosta di mezza giornata. 
Le sardine alla piastra appena pescate, 
indimenticabili.
Il vento sempre presente, piacevole d'estate,
un po' meno in primavera.
La città poco militarizzata. La polizia invisibile.
La fontana in place Castellane , credo l'unica fontana in tutta la città.
Marsiglia quasi senza fontane, senza piazze maestose,
senza quella grandeur a cui siamo abituati.
Senza grandeur architettonica. Parigi è la più bella, 
Marsiglia è Marsiglia.
Le Plages du Prado, la ruota panoramica a plage de Bonneveine.
Il traffico caotico per ritornare in albergo. 
Da plage de Bonneveine intorno al Vélodrome fino a blvd. Chave.
La Friche la Belle de Mai che non riusciamo a vedere
perché bloccati per un'ora nel traffico.
Marsiglia che come dice il mio fratellino Andrea
è bagnata dal mare,
accarezzata dal sole 
e galleggia sul pastis.


Essendo amante dei murales e della street art dedico lo spazio seguente a una piccola galleria di foto realizzate soprattutto nel Panier e in rue des trois Mages.


E concludo con gli adesivi di ingresso al Mucem che tappezzano ormai le vicinanze.

Ah, a proposito. All'interno del Mucem c'è un pannello che consiglia cosa fare o non fare in città.

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Marsiglia. Destinazione decisa all'ultimo. Quattro giorni durante il ponte del 25 aprile.
Concludo con 
Martigues, un angolo che sembra un quadro
e Sisteron, sosta sulla via del ritorno.


E infine noi.

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