Stasera in prima serata sul canale TV8 trasmettono "T2 Trainspotting" ossia il film del 2017 che racconta le vicende dei protagonisti adulti e sopravvissuti (ossia Spud, Sick Boy, Renton e Begbie) che si rincontrano
per regolare i conti rimasti in sospeso per oltre vent'anni.
Sì, perchè il 23 febbraio 1996 debuttò nelle sale del Regno Unito il film tratto dal romanzo di Irvine Welsh e diretto da Danny Boyle. Una delle pellicole che ha saputo parlare di dipendenza, di violenza, di ribellione e disillusione, di trasgressione e anarchia in maniera provocatoria e realistica, sdoganando e mostrando tematiche forti, in modo quasi accattivante, con scene crude ed intense bilanciate da un montaggio rapido e incalzante come in un videoclip, da sequenze oniriche e surreali e da monologhi esilaranti, stemperandone quindi la drammaticità.
E poi l'eccezionale colonna sonora che miscelava gli inni rave degli Underworld e il britpop di Blur, Elastica e Pulp a Iggy Pop e Lou Reed o Brian Eno.
Era una vita, quella dei protagonisti, costituita da una miscela di follia,
malinconia, tristezza e apatia.
Ma tutti ricordiamo quel monologo sarcastico con cui inizia il film, mentre Renton e Spud cercano di sfuggire lungo Princes Street alle guardie dopo un taccheggio.
Scegliete la vita;
scegliete un lavoro;
scegliete una carriera;
scegliete la famiglia;
scegliete un maxitelevisore del cazzo;
scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici.
Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita;
scegliete un mutuo a interessi fissi;
scegliete una prima casa;
scegliete gli amici;
scegliete una moda casual e le valigie in tinta;
scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa
del cazzo;
scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica
mattina;
scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito
con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare.
Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido
ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che
avete figliato per rimpiazzarvi;
scegliete un futuro;
scegliete la vita.
Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la
vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno
di ragioni quando ha l'eroina?
A febbraio 2017 uscì il sequel. Ventuno anni dopo, i protagonisti 20 anni dopo.
Una pellicola sicuramente molto meno irriverente e scorretta, la
nostalgia è perennemente presente. Mancano quelle scene crude e surreali, a parte il tentativo di suicidio di Spud.
Poteva andare peggio, non era facile bissare o eguagliare il successo del 1996. Prima c'è un’occasione (fare il sequel), poi c'è un tradimento (girare una cagata pazzesca di film). Non è andata così, non c'è stato tradimento, non è andata male...😊
Sono cresciuti e invecchiati i quattro protagonisti, siamo cresciuti e invecchiati noi spettatori.
Mark poteva ribellarsi o lasciarsi inglobare dalle morbide e invitanti catene della società, abbandonare l'eroina e diventare schiavo del conformismo.
In fondo già ce l'aveva detto nella scena finale:
Metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la
vita. Già adesso non vedo l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la
famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e
l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo,
prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz,
schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio, bravo a
golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata,
esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui
morirai.
Ma qualcosa di altrettanto intenso è presente anche nel sequel. E' il monologo di Mark Renton che spiega a Veronika cosa significa, ora, nel 21° secolo, quarantenne, scegliere la vita:
Scegli biancheria intima firmata, nella vana speranza di dare una botta
di linfa vitale a una relazione defunta.
Scegli le borse, scegli le
scarpe con i tacchi, il cachemire e la seta, così sentirai quello che
spacciano per felicità.
Scegli un iPhone fatto in Cina da una donna che
si è buttata dalla finestra, e mettilo nella tasca della giacca, fresca
di una fabbrica di schiavi del sud-est asiatico.
Scegli Facebook,
Twitter, Snapchat, Instagram e mille altri modi per vomitare la tua bile
contro persone mai incontrate.
Scegli di aggiornare il tuo profilo, di
al mondo cos’hai mangiato a colazione e spera che a qualcuno da qualche
parte freghi qualcosa.
Scegli di cercare vecchie fiamme, augurandoti
caldamente di non essere inguardabile come loro.
Scegli di scrivere un
live blog dalla prima sega fino all’ultimo respiro, l’interazione umana
ridotta a niente più che dati.
Scegli 10 cose sconosciute sulle
celebrità che hanno fatto la plastica.
Scegli di strepitare sull’aborto,
scegli battute sullo stupro, di sputtanare, il porno per vendetta e
un’ondata infinita di deprimente misoginia.
Scegli che l’11 settembre
non è mai successo e semmai che sono stati gli ebrei, scegli un
contratto a 0 ore, un viaggio casa lavoro di 2 ore, e scegli lo stesso
per i tuoi figli ma peggio, e magari di a te stesso che era meglio se
non nascevano.
E poi sdraiati, e soffoca il dolore con una dose
sconosciuta di una droga sconosciuta fatta in una qualche fottuta
cucina.
Scegli le speranze non realizzate, desiderando di aver agito
diversamente.
Scegli di non imparare mai dai tuoi errori.
Scegli di
osservare la storia che si ripete.
Scegli di riconciliarti lentamente
con quello che puoi ottenere, invece di quello che hai sempre sperato.
Accontentati di avere meno e fai buon viso a cattiva sorte.
Scegli la
delusione, scegli di perdere le persone care e quando spariscono dalla
vista un pezzo di te muore con loro, finché non vedrai che un giorno,
nel futuro, una per volta saranno sparite tutte e di te non rimarrà
niente né di vivo né di morto.
Scegli il futuro. Scegli la vita!
Parafrasando una battuta del sequel
"Guardare T2 Trainspotting vuol dire farsi un giro turistico nella propria giovinezza?"
Si, direi di si....
Anche se quando Renton e Sick Boy raccontano a Veronika di George Best e della loro giovinezza, lei, in bulgaro, commenta
che di quelle storie non frega più niente a nessuno...
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